Introduzione
Esistono molte varianti vegetariane, in cui viene utilizzato un brodo vegetale e condimenti di verdure.
Comunque, ogni regione del Giappone ha la propria variante di ramen, per cui ne esistono molte nel Paese.
Storia del Ramen
- la prima sostiene che la parola “ramen” sia la pronuncia giapponese del cinese 拉麺 (la mian), che significa “tagliatelle tirate a mano”.
- la seconda teoria riporta come forma originale 老麺 (laomian), cioè “tagliatelle antiche”;
- la terza racconta che inizialmente i ramen fossero tagliatelle cotte in una salsa ricca di amido (鹵麺 – lāomiàn).
- la quarta e ultima teoria racconta che l’origine del nome sia da attribuire alla parola 撈麵 (lo mein) che significa “mescolare”: in questo caso, il riferimento sarebbe al modo con cui le tagliatelle vengono mescolate con la salsa.
Durante il periodo Shōwa (corrispondente, cioè al regno dell’imperatore Hirohito e compreso tra il 25 dicembre 1926 e il 7 gennaio 1989), il ramen si è affermato come uno dei piatti più diffusi tra chi desiderava cenare fuori casa. Così è rimasto per molti anni: per il popolo giapponese mangiare ramen era, al tempo, un’occasione speciale, un diversivo all’interno della giornata lavorativa.
Secondo Hiroshi Osaki, grande esperto di ramen, il primo negozio specializzato nella produzione di ramen è stato aperto a Yokohama nel 1910. Tappa fondamentale nel processo di diffusione del ramen è stata l’invenzione delle tagliatelle istantanee di Momofuku Ando. Quest’invenzione è stata addirittura scelta, in un sondaggio giapponese, come la più grande invenzione giapponese del XX secolo. Grazie a questo, tutti avevano la possibilità di preparare i noodles a casa, semplicemente aggiungendo acqua bollente.
Negli anni Ottanta, il ramen è diventato un’icona culturale giapponese e fu studiata in tutto il mondo, sia per i suoi aspetti culinari sia per quelli culturali.
Nei primi anni Novanta, è stato aperto lo Shin-Yokohama Museum, un museo interamente dedicato al ramen, a testimonianza del crescente interesse verso questo piatto.

Ramen Noodles
Il kansui è l’ingrediente distintivo dei noodles utilizzati per il ramen. Originario della Mongolia, il kansui è considerato perfetto per la realizzazione dei noodles: in Mongolia alcuni laghi contenevano grandi quantità di minerali che rendevano l’acqua ideale per la preparazione.
Nel caso in cui il kansui non fosse disponibile, le uova possono essere ottime sostitute.
Brodo

Tipi di Ramen
Shōyu Ramen
Lo Shōyu ramen ha solitamente i noodles arrotolati invece di quelli lisci, ma talvolta si trova anche con i noodles lisci tradizionali. Spesso è condito con germogli di bambù marinati o menma, cipolle verdi, kamaboko (dolci di pesce), nori (alghe), uova marinate, germogli di soia o pepe nero. Talvolta la zuppa contiene anche olio al peperoncino o spezie cinesi, e alcuni negozi servono il manzo affettato al posto del tradizionale chāshū.
Lo Shōyu ramen può essere bevuto con un vino classico, che ben si sposa con il piatto più tradizionale della cucina nipponica.

Shio Ramen
La consistenza e lo spessore delle tagliatelle variano tra gli Shio ramen, ma sono solitamente lisci più che arrotolati. Si accompagna bene con una birra leggera, che non alteri il sapore del brodo.

Miso Ramen
Il miso è un condimento tipico giapponese prodotta dalla fermentazione della soia con aggiunto di sale e koji (un tipo di fungo) e, a volte, riso, orzo e altri ingredienti. I noodles utilizzati nel Miso ramen sono generalmente spessi e arrotolati. Alcuni consigliano di accompagnare il Miso ramen a un sidro di mele, che contrasta la sapidità del brodo. Le note delle mele e l’accenno di zucchero donano equilibrio al piatto.

Tonkotsu Ramen
Con il Tonkotsu ramen è consigliabile bere un sakè non fruttato; l’alcol aiuta a apprezzare al meglio i sapori del brodo.
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